L’Italia si conferma ancora leader mondiale nella produzione di vino
Vi riportiamo e segnaliamo un interessante pezzo sulla vendemmia 2021 del primo quotidiano finanziario in Italia, Il Sole 24 Ore. Abbiamo almeno due motivi per farlo. Iniziamo da quello più frivolo: siamo finiti ancora sui giornali. Per chi non ci conosce, la foto utilizzata dal giornale è stata scattata nella nostra vigna di Oddoene alcuni anni fa. E la persona ritratta è il fondatore e vigneron della Cantina Berritta, cioè Antonio Berritta. Siamo contenti di essere stati scelti per raccontare questo momento particolare per tutte le aziende vitivinicole italiane.
Ora veniamo al dunque, ai dati. Li riporta il cronista Giorgio dell’Orefice in questo articolo. L’Italia, in sostanza, si conferma uno dei leader mondiali per la produzione di vino. Viene segnalata infatti una leggera frenata produttiva rispetto ai paesi rivali, tra cui la Francia (-29%) e la Spagna (-16%). La battuta d’arresto italiana si è fermata al nove per cento, con una produzione stimata di 44,5 milioni di ettolitri, secondo quanto riportato da una stima emersa in un convegno online di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini.
La diminuzione nella produzione, in particolare, è dovuta alla natura: gelate, caldo estremo e siccità hanno penalizzato tutte le regioni italiane, Sardegna inclusa. E la qualità?
Secondo le prime analisi ci sono ottime prospettive per fare bene. «Dai primi riscontri analitici – si legge nel report di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini – si evidenziano delle gradazioni medio alte, con qualche criticità sul rapporto zuccheri/acidità. Particolare attenzione andrà rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa, buoni i potenziali aromatici delle uve a bacca bianca. Rimane grande comunque l’attenzione al meteo delle prossime settimane, quando si concentrerà il grosso della vendemmia, ma non vogliamo essere pessimisti e, con la consueta professionalità degli enologi e dei tecnici, unita alla qualità raggiunta dalle nostre imprese, ci attendiamo dei buoni risultati e di consolidare le punte di eccellenza che caratterizzano il vino italiano».