Noi siamo dei puristi e, in un certo modo, anche dei tradizionalisti, ma guardiamo sempre al futuro, e siamo legati alla Sardegna. E lo diciamo subito all’inizio di questo articolo, per adesso a noi il vino piace nella sua bottiglia di vetro, elegante, sontuosa, attraente. Ma dobbiamo fare i conti con il progresso e quindi con interesse e curiosità abbiamo letto la notizia pubblicata sul prestigioso magazine Forbes che riguarda i nuovi metodi di packaging del vino offerto negli Stati Uniti d’America.
L’articolo, scritto da Cathy Huyghe, fondatrice di Enyolitcs e autrice del libro Hungry for Wine: Seeing the World through the Lens of a Wine Glass (Affamati di vino: guardando il mondo attraverso un bicchiere) ha messo il dito nella piaga, evidenziando come negli States il vino offerto in lattina stia avendo un vero e proprio boom. Ci siamo chiesti: accadrà mai in Italia in modo massiccio?
Forse no, ma la birrificazione dell’industria del vino, come è stata definita da Huyghe, oltreoceano è un processo in discreto stato d’avanzamento. Secondo una ricerca dell’azienda Nielsen, la vendita del vino in lattina ha fatto registrare nel 2016 un +125 per cento di vendite, che tradotto in soldi significa 16,4 milioni. Ma perché mettere il vino in lattina? Semplice: per attrarre nuovi consumatori, magari i giovani, o quanti sono abituati a bere birra in lattina. Ma non solo, questa scelta va anche in direzione del rispetto ambientale, perché l’alluminio pesa meno del vetro, quindi si risparmia sulle spedizioni, e si ricicla più facilmente.
Insomma, il vino in lattina è sicuramente una scelta che farà discutere. Ma, per adesso, il nostro cannonau, il nostro panzale e il nostro syrah, lo berrete sempre da una bottiglia di vetro bella e ricca di charme.